giovedì 11 luglio 2013

La spiritualità del Gusto

Un brano donatomi da una cara amica. Parole per un'etica del Gusto: 

"Gli animali si nutrono, l'uomo mangia, solo l'uomo di spirito sa pranzare. Ho tra le mani la prima edizione (1825) della “Fisiologia del gusto”, l'opera più nota dello scrittore francese Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826), un magistrato che, però, aveva la passione tutta francese (e italiana) della cucina. Ma il suo non è un ricettario, proprio perché egli è consapevole della verità della frase che abbiamo citato e che è da lui considerata quasi come un motto. L'animale infatti cerca il cibo per nutrirsi; l'uomo distratto e preso da troppe cose esteriori ha tempo solo per mangiare, possibilmente in modo veloce ed essenziale. Soltanto "l'uomo di spirito" sa gustare un cibo, nella serenità della mensa, con le giuste pause, assaporando le pietanze. In questo senso e non nell'accezione materialistica ben nota aveva ragione il filosofo Ludwig Feuerbach quando scriveva che der Mensch ist was er isst, l'uomo è ciò che mangia. Facciamo a questo punto due considerazioni. Tutte le grandi culture hanno collegato al cibarsi umano un significato di comunione (si pensi anche alla stessa eucaristia che è una "santa cena"). Il pranzo dovrebbe essere occasione di fraternità e di dialogo, cosa che certo non si compie quando in famiglia si ha il televisore acceso e si è pronti a fuggire per farsi i fatti propri. C'è, però, da ricordare che nel mondo ci sono milioni di persone che sono costrette ad essere come animali : la miseria le spinge a vagare in cerca di cibo, azzuffandosi e alla fine azzannando qualcosa per sopravvivere. Perciò, quando mangi o pranzi da persona civile, non puoi del tutto ignorare chi non riesce neppure a nutrirsi."
                                                                                                          G.Ravasi

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